giovedì 11 agosto 2011
Pausa...di riflessione
lunedì 8 agosto 2011
Tunisia anno zero
"Liberté!" e poi?
Funziona così, nella Tunisia post-rivoluzionaria: ognuno può dire quello che pensa. E, nonostante i manganelli dei poliziotti schierati dall'altro lato dell'avenue Habib Bourguiba, ognuno può scendere in strada a gridarlo. Azza e i suoi lo fanno con quanto fiato hanno in gola. Si sentono liberi. E impazienti: per una generazione che aggiorna il proprio status ogni quarto d'ora, il mito della "rivoluzione dei gelsomini" - che già si celebra nei negozi del suq con t-shirt, tazze e calendari - ormai è storia.
"Ma quale rivoluzione?", dice Belir, 29 anni. "Il 14 gennaio abbiamo soltanto cacciato un tiranno, il suo establishment è rimasto al comando. E il cammino per la democrazia è ancora lungo". Un cammino che passa per le elezioni del 24 luglio (ma la data potrebbe cambiare ancora). Per i lavori dell'Assemblea costituente sulle nuove regole di un paese che, dopo aver acceso la miccia della ribellione che ha incendiato Medio Oriente e Maghreb, deve scegliere verso dove andare. Passa intanto per le sedi dei 63 nuovi partiti politici legalizzati nell'euforia pluralista della neonata democrazia, dove militanti di vent'anni o poco più, allevati nell'oblio dalla dittatura, provano a inventarsi una coscienza politica. Fotocopiano volantini, scrivono slogan, citano Mao e Maometto. Ci credono - poco importa in cosa - perché hanno bisogno di credere. E di capire come usare questa libertà.
Tra i fantasmi che si aggirano per la Tunisia libera, c'è quello dell'integralismo islamico. E, se lungo i confini di sabbia l'esercito respinge i militanti di Al Quaeda nel deserto, nelle città cresce la popolarità di Ennahda, partito musulmano perseguitato dalla dittatura e oggi dato per favorito nei sondaggi. "Non ho fatto la rivoluzione per essere costretta a portare il velo", dice Imem. "Per strada, il 14 gennaio, nessuno gridava il nome di Allah. Oggi, Ennahda fa leva su Dio per parlare alla parte più spaventata del paese: disoccupati, poveri, chi non ha strumenti per maturare una coscienza critica. Dicono di essere moderati, ma se andranno al potere chi ci assicura che non diventeremo un altro Iran?".
venerdì 5 agosto 2011
Amiamo la vita - Mahmoud Darwish
Danziamo fra due martiri, in mezzo ad essi
Piantiamo palme per le viole,
o innalziamo un minareto
Amiamo la vita, se solo possiamo viverla
Rubiamo un filo al baco da seta
per tessere il nostro cielo
E racchiudere questo viaggio
Spalanchiamo la porta del giardino
Affinché il gelsomino possa uscire sulle strade
come un giorno d’estate
Amiamo la vita, se solo possiamo viverla
Ovunque ci stabiliamo, seminiamo piante
Che crescono in fretta
E mietiamo la morte
Soffiamo nel flauto il colore della lontana distanza
Disegniamo un nitrito sulla polvere del selciato
E scriviamo i nostri nomi
Pietra per pietra
Ecco il lampo, illumina per noi la notte
Rischiarala almeno un po’.
Anche noi amiamo la vita, se solo possiamo viverla.
Mahmoud Darwish arabo محمود درويش ; (al-Birweh, 13 marzo 1941 – Houston, Texas, 9 agosto 2008) è stato un poeta e scrittore palestinese.
È autore di circa venti raccolte di poesie (pubblicate dal 1964 a oggi) e sette opere in prosa, di argomento narrativo o saggistico. È considerato tra i maggiori poeti in lingua araba. È stato giornalista e direttore della rivista letteraria "al-Karmel" (Il Carmelo), e dal 1994 era membro del Parlamento dell’Autorità Nazionale Palestinese.
Grazie alla pagina FB di Stay Human per questo contributo.
Marocco: riforme democratiche o rivoluzione mancata?
Albero di argan |
giovedì 4 agosto 2011
I copti egiziani parteciperanno alla protesta del venerdì per uno stato laico
Cairo: I Cristiani copti dell’Egitto prevedono di partecipare alle dimostrazioni a favore di uno stato laico venerdì prossimo, 12 agosto. Le forze civili nazionali hanno organizzato la protesta in risposta al raduno delle correnti Islamiche di venerdì scorso in piazza Tahir. La manifestazione degli attivisti islamici la scorsa settimana ha infranto l’accordo da essi concluso con le forze civili, scandendo slogan religiosi e reclamando uno stato islamico. I poteri secolari ed Islamici avevano aderito ad alcune condizioni alla dimostrazione di venerdì scorso.
Diversi gruppi si stanno organizzando per marciare da Shubra fino a piazza Tahir, compresi il Movimento Chainless Copts, l’Unione Giovanile Maspiro, l’Unione Nazionale Giovanile, Il Fronte Un milione per i Diritti Umani e l’Unione dei Cittadini per l’Egitto. Si riuniranno con altri partiti politici, comitati giovanili e i Sufi in piazza.
Il coordinatore del Movimento Chainless Copts, Sherif Ramzy, ha dichiarato che la loro partecipazione è una risposta alla proclamazione da parte di alcune forze liberali e di sinistra della protesta del 12 agosto, per ribadire che “L’Egitto è per gli Egiziani”.
Egli ha citato Nelson Mandela, quando disse che “l’individuo può essere soltanto libero o non libero”, aggiungendo che ciascun egiziano ha il diritto di godere di una vita degna, con delle leggi che rispettino la giustizia sociale ed il diritto di ogni egiziano alla libertà e all’uguaglianza.
I movimenti e le unioni copte si stanno coordinando con le forze nazionali per organizzare una protesta cha può portare in piazza un milione di cittadini, e che terminerà con un “Iftar” collettivo (il pasto serale a rottura del digiuno durante il sacro mese del Ramadan Musulmano) tra manifestanti di diverse tendenze.
Magdy Soliman, un membro del’’ufficio polito dell’Unione Giovanile Maspiro, ha detto che l’Egitto vivrà pacificamente senza oppressione. Egli confida che il consiglio militare attualmente al governo del paese contrasterà ogni tentativo di istituire uno Stato Islamico, perché l’Egitto sarà sempre uno stato laico. Ha riferito che lo scopo della protesta di venerdì prossimo sarà sostenere il concetto di uno stato laico e i principi costituzionali sopraesposti.
da http://www.you7.com/
By NADER SHOKRY - Translated by NOURAN MAGDI
Clicca qui per la versione originale in inglese